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Gestalt

La Psicoterapia della Gestalt è una terapia post-analitica nata negli Stati Uniti negli anni ’50, nel contesto delle psicoterapie umanistiche.

Fondatori di questo modello sono lo psicoanalista tedesco Fritz Perls, sua moglie Laura Posner e un gruppo di intellettuali statunitensi, tra cui Paul Goodman e Isadore From.

Questo approccio costituisce la sintesi creativa di diverse correnti culturali, filosofiche e psicologiche del secondo dopoguerra, in particolare: la Psicoanalisi, la Psicologia della Gestalt, la Teoria del Campo, l’Olismo, la Fenomenologia e l’Esistenzialismo.

La terapia della Gestalt si fonda su alcuni principi di base che verranno di seguito esposti.

Il primo principio è quello della visione olistica, ovvero del considerare la persona come un organismo unico ma costituito da diversi aspetti che si integrano tra loro. Mente e corpo sono strettamente connessi l’una all’altro, e si influenzano reciprocamente. Non è quindi possibile curare un solo aspetto della persona o identificare come causa del suo malessere una sola parte di essa, poiché l’individuo funziona come un’unità.

 

Il secondo principio, dell’intenzionalità organismica, si riferisce all’idea che ognuno abbia in sé la capacità di evolvere naturalmente verso la propria realizzazione, ma che talvolta tale capacità di autorealizzazione venga bloccata da un insufficiente sostegno da parte dell’ambiente relazionale in cui l’individuo vive. Scopo della terapia, quindi, è quello di creare un ambiente che consenta al paziente di ripristinare la propria spontaneità di evoluzione.

 

Il terzo principio riguarda il contatto, centrale nella terapia della Gestalt; essa, infatti, ritiene che il benessere della persona dipenda dalle sue capacità di fare un buon contatto, ovvero di raggiungere pienamente l’Altro e di sentirsi da esso raggiunto. Scopo della cura, perciò, è che il paziente ripristini la propria spontaneità nel contattare l’ambiente.

 

Il quarto principio, ovvero la positività del sintomo, si riferisce al fatto che quest’ultimo viene considerato non come qualcosa di negativo da eliminare o combattere, ma come il miglior adattamento creativo che l’individuo ha trovato per far fronte ad una situazione difficile, non ricevendo sufficiente sostegno dall’ambiente. Il disturbo, quindi, nasce sempre all’interno di una relazione, ed è perciò curabile all’interno di una relazione; ciò che cura è il poter sperimentare nella relazione terapeutica la possibilità di recuperare la propria spontaneità e capacità di autoregolazione nelle relazioni.

 

Il principio del qui ed ora, infine, riguarda il fatto che la terapia della Gestalt, pur interessandosi al passato dell’’individuo e alle esperienze che lo hanno portato ad essere come è ora, ritiene che la cura avvenga nel presente, “chiudendo” le esperienze del passato che non permettono all’individuo di evolvere spontaneamente verso la propria innata capacità di autoregolazione all’interno delle relazioni.

 

La terapia si sviluppa seguendo ciò che emerge dall’incontro tra terapeuta e paziente, sostenendone la trasformazione.

Per far sì che questo avvenga è fondamentale che il terapeuta abbia la capacità di sintonizzarsi su ciò che sente nel proprio corpo, cosicché il suo sentire lo orienti nel sostenere l’intenzionalità del paziente nel modo giusto per lui. La terapia, infatti, non è precostituita e uguale per tutti, ma “cucita su misura” per il singolo paziente, nel rispetto dell’individualità e della soggettività di ognuno.

Per maggiori informazioni potete consultare il sito

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